14 settembre 2007

Io non sono qui (T. Haynes, 2007)

Io non sono qui (I'm not there)
di Todd Haynes – USA 2007
con Christian Bale, Cate Blanchett
*

Visto al cinema Brera, con Hiromi, in originale con sottotitoli
(rassegna di Venezia)

Ispirato alla vita e alle opere di Bob Dylan, questo guazzabuglio senza capo né coda ne racconta i diversi aspetti della personalità attraverso sei differenti attori che lo interpretano in altrettante fasi della sua carriera. Ne risulta una pellicola pasticciata e insopportabile, che non ho nemmeno terminato di vedere: sono uscito dalla sala mezz'ora prima della fine, cosa che credo di non aver mai fatto in precedenza in vita mia per nessun film (Mifed a parte). E dire che avevo cominciato a guardarlo con tutte le miglior intenzioni, anche se di Haynes non avevo apprezzato più di tanto il precedente "Velvet Goldmine" (mentre "Lontano dal paradiso" mi era piaciuto). Ma dopo soli dieci minuti aveva già irrimediabilmente smarrito ogni presa su di me. Non mi è piaciuto nulla: lo stile di regia (postmoderno e confuso), le scelte di fotografia (che senso ha il continuo passaggio dal colore al bianco e nero?), il montaggio (completamente random). Non ho colto eventuali citazioni dalle opere di Bob Dylan, anche perché devo ammettere di conoscere poco il personaggio e di trovare le sue canzoni gradevoli e poco più. Soprattutto non ho nemmeno capito che genere di film stavo vedendo: un falso documentario (con interviste ad attrici come Julianne Moore che fingono di essere qualcun altro)? Un film biografico (che però salta di palo in frasca e introduce un'inutile serie di personaggi fittizi)? Un film musicale? Un viaggio nell'anima di un (ex) contestatore, completamente avulso dal contesto e destoricizzato? Dopo quasi un'ora e mezza trascorse a cercare un appiglio, un filo conduttore o un semplice motivo per il quale valesse la pena di continuare a vederlo (mentre Hiromi, dal canto suo, si era addormentata), ho deciso di rinunciarci e di sfruttare meglio il tempo che restava per raggiungere con più calma la sala dove veniva proiettato il successivo film della rassegna, riflettendo durante il percorso su come un certo tipo di cinema sembri aver smarrito la capacità di raccontare storie. Richard Gere nei panni di Billy the Kid è semplicemente ridicolo, mentre degli attori che interpretano Dylan l'unica che rimane impressa è Cate Blanchett: ma solo perché è una donna, non perché faccia qualcosa di speciale.

5 commenti:

domenico ha detto...

ho capito dai
non ti piace il post-moderno
comunque ci sarebbe parecchio da discutere...
e faccio finta di non aver letto la tua esternazione su Bob Dylan he he
vabbè mi ero rassegnato che il film fosse piaciuto a tutti
è bello anche scoprire che qualcuno non abbia gradito!
per me **** ^^

Luciano ha detto...

Anche se i nostri punti di vista sembrano distanti, ritengo che le tue osservazioni siano alquanto interessanti e i "difetti" del film bene enucleati. Come ti ho detto nella risposta al tuo intervento sul mio post, ritengo che quando ci sono differenze di lettura tra cinefili, sarebbe importante confrontarsi in maniera più diretta. Purtroppo non è possibile.
A presto.

Christian ha detto...

Anche a me sembra perfettamente normale che il film sia piaciuto (e tanto) a molti: i difetti che gli trovo sono relativi soprattutto a me, ai miei gusti per un cinema più di sottrazione che di accumulo, un cinema dove ogni elemento abbia una ragion d'essere precisa e dove "spostando una nota, la struttura crolla" (per citare "Amadeus"). Per questo mi piacciono autori come Greenaway, Kitano, Ozu, Kubrick, mentre il mio anti-film per eccellenza è "Moulin Rouge" di Luhrmann.

honeyboy: per quanto riguarda Bob Dylan, mi dispiace... non ho problemi ad ammettere la mia ignoranza in campo musicale: amo la musica classica, e oltre non vado (qualche colonna sonora a parte: adoro Joe Hisaishi). Dei testi impegnati o meno, poetici o meno di una canzone non mi importa nulla, visto che per me la musica è soprattutto strumentale. I cantautori non mi interessano, persino De André non mi piace perché le sue melodie mi sembrano soltanto delle nenie ripetitive... Di Dylan conosco (e apprezzo!) giusto Blowin in the Wind (perché ascoltata allo sfinimento) e Knocking on Heavens Door (perché nella colonna sonora del film di Peckinpah).

Luciano ha detto...

Tra i registi citati ci metteresti anche Hitchcock e Visconti?
E' solo una curiosità. Grazie.

Christian ha detto...

Visconti direi sicuramente di sì. Hitchcock francamente non so... non mi sarebbe mai venuto in mente, anche perché non sono sicuro di quanto il suo supposto perfezionismo risulti evidente guardando i suoi film.