19 agosto 2007

Irreversible (Gaspar Noé, 2002)

Irreversible (id.)
di Gaspar Noé – Francia 2002
con Vincent Cassel, Monica Bellucci
*1/2

Visto in divx alla Fogona.

La sua donna viene aggredita e violentata in un sottopassaggio, e lui si getta con un amico in un'odissea notturna e disperata alla ricerca del responsabile. Il film inizia dai titoli di coda, per poi proseguire con una serie di piani sequenza montati in ordine cronologico inverso: la storia è infatti raccontata al contrario, come in "Memento" o in "CinquePerDue", ma il tutto rimane artificioso anche se l'escamotage riesce a creare una certa tensione, visto che consente di sapere in anticipo che cosa sta per accadere, avendone già mostrato le conseguenze. Lo stile però non mi è piaciuto: la macchina da presa è nervosa, ondeggia e va a scatti, vorrebbe creare disturbo e disagio nello spettatore, anche attraverso la musica e la fotografia scura e calda, ma si intravede troppo la mano dell'autore. Inoltre le sequenze sono lunghissime e monotone, confuse e sgradevoli, e infastidiscono per la volontà di scandalizzare a tutti i costi e di esibire voyeuristicamente una violenza fine a sé stessa (la "discesa all'inferno" nel locale gay sadomaso all'inizio, lo strupro prolungato poi). L'ultima parte, che cronologicamente sarebbe la prima, è infine noiosa e del tutto inutile. Bravo Cassel, pessima come sempre la Bellucci. Cameo per Philippe Nahon, il macellaio protagonista del precedenti lavori di Noé, "Carne" e "Seul contre tous".

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho avuto le stesse impressioni, aggiungo solo che a differenza di Memento, qui lo stratagemma di montare la storia al contrario uccide il climax della vicenda, che inizia frenetica e carica di azione. Poi pero' la noiosa parte finale inabissa il tutto. Anche se questo film fosse privo degli altri vistosi difetti, questa scelta della trama al contrario e' qui condotta in modo infelice, tocca assistere ad un finale lungo e fiacco e fondamentalmente inutile.

Christian ha detto...

Sì, hai ragione: l'unico momento in cui questa scelta si rivela efficace è quando vediamo prima la Bellucci portata in ambulanza con il volto tumefatto, e subito dopo la rivediamo elegante e in salute che esce dalla festa, e dunque "sappiamo già" che sta per accaderle qualcosa di brutto. Ma questo brividino lo scontiamo con gli ultimi 30-40 minuti di film completamente inutili, se non per mostrare la vita borghese dei tre protagonisti, inconsapevoli della tragedia che sta per abbattersi su di loro.

Anonimo ha detto...

a me è piaciuto, ho visto anche il precedente Solo contro tutti, un autentico inferno.