20 aprile 2007

Orizzonti di gloria (S. Kubrick, 1957)

Orizzonti di gloria (Paths of glory)
di Stanley Kubrick – USA 1957
con Kirk Douglas, George Macready
***1/2

Rivisto in DVD, con Andrea e Cristina.

Prima guerra mondiale, fronte franco-tedesco. Il colonnello Dax viene incaricato da un ambizioso generale di tentare una missione suicida: conquistare il "formicaio", un avamposto tedesco considerato inespugnabile. Quando il tentativo fallisce, il generale furioso ordina che tre soldati vengano processati per codardia davanti alla corte marziale. Il colonnello si batterà invano per salvarli contro le logiche assurde e disumane del potere. Il primo capolavoro di Kubrick, che può contare su ottime prove degli attori – Douglas in testa – è un grande film antibellico, cinico e amaro, nel quale il nemico non si trova dall'altra parte del fronte, ma dalla propria: cita anche la frase anti-idealistica di Samuel Johnson ("il patriottismo è l'ultimo rifugio delle canaglie") e fino al 1976 è stato proibito e censurato in Francia (ma che i protagonisti siano francesi, tedeschi o di qualsiasi altra nazionalità non ha la minima importanza). Stilisticamente, la mano del regista si vede già in molte scene, per esempio nella carrellata nelle trincee durante l'ispezione del generale (che ricorda quelle dei corridoi di "Shining"), nell'attacco al "formicaio" o nella soggettiva di avvicinamento al luogo della fucilazione. Che il tema stesse a cuore a Kubrick è testimoniato dal fatto che il genere bellico è stato l'unico da lui rivisitato più volte (anche in "Paura e desiderio", in "Full metal jacket" e, più indirettamente, nel "Dottor Stranamore" e in "Barry Lindon").

Nota: Susanne Christian, l'unica donna che compare nel film (nel finale, nei panni della giovane tedesca che canta davanti ai soldati francesi), l'anno dopo divenne la moglie di Kubrick.

4 commenti:

domenico ha detto...

Uno dei miei preferiti. Io avrei dato 4 stelle, comunque già 3 e mezzo non è male. Complimenti per la recensione. Edo

Anonimo ha detto...

Non importa tentare un'impresa impossibile pur di ottenere gloria e potere.
Non importa condannare a morte un esercito per il proprio fine.
Non importa condannare a morte un uomo perché ha osato alzare la testa.
Sono giochi di potere, di cui siamo parte anche noi, oggi.

gparker ha detto...

Io sono più d'accordo con il 3 e mezzo.
Certo la scena finale del canto è qualcosa di realmente incredibile.
Nel senso proprio di "difficile a credersi che un essere umano abbia realizzato un tale livello di poesia".

Christian ha detto...

Già, davvero bella la scena del canto finale. Mezzo punto in più o in meno conta poco, gli ho dato "solo" tre e mezzo per poter riservare le quattro stelle ad "Arancia meccanica" e "Shining"...