16 marzo 2007

Rapina a mano armata (S. Kubrick, 1956)

Rapina a mano armata (The killing)
di Stanley Kubrick – USA 1956
con Sterling Hayden, Elisha Cook Jr.
***

Rivisto in DVD, con Giovanni.

Heist movie tesissimo, scandito da un narratore metodico che descrive le azioni dei personaggi sottolineando le ore e i minuti con una precisione pari a quella del piano organizzato in ogni dettaglio dai protagonisti per rapinare l'incasso delle scommesse di una giornata all'ippodromo. Ma come in ogni noir che si rispetti, il destino incombe: basterà qualche granello di polvere in un ingranaggio ritenuto perfetto per mandare a monte il colpo e condannare, in maniera diversa, tutti i membri della banda, che si tratti di criminali recidivi o di impiegati onestissimi (fino ad allora). Le motivazioni di alcuni di essi vengono descritte con brevissime scene (il barista che si occupa della moglie malata, il poliziotto alle prese con un debito da pagare), altri hanno decisamente più spazio nella trama (il cassiere umiliato dalla moglie che lo tradisce), altri ancora "recitano" semplicemente il ruolo che la sceneggiatura impone loro (la ragazza del protagonista, l'amico-padre putativo). La fotografia è scura e ombrosa, carica di tensione e ricca di primi piani, attenta a mostrare solo il necessario al momento giusto. E ben prima di Tarantino in "Jackie Brown" e con risultati di più alto livello, Kubrick si diverte a giocare con il flusso temporale accompagnando lo spettatore al momento decisivo, la partenza della corsa all'ippodromo, per ben quattro (o più?) volte, per poi tornare indietro nel tempo e ricominciare da capo l'avvicinamento. Brillante e indimenticabile il finale, tragico e beffardo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Beh, cosa aggiungere...?
Un film magistrale, per quello che posso capire. Tempi perfetti, alcuni dialoghi memorabili e modernissimi (vedi quello tra la moglie-arpìa e il marito succube) e un senso di forte coesione testuale. Dalla prima morte, quella del cecchino, un senso di ineluttabilità cala sulla pellicola, di destino tragico e fatale. Metafora dei sogni infranti, che volano come banconote nel vento, e la mano della legge che soffoca ogni residua velleità.
Kubrick disegna così, fin da questo film, un universo con tratti ben definiti?
Alle prossime proiezioni una (provvisoria) risposta.
Saluti!
Giovanni

domenico ha detto...

per me la mezza stella in più ci può stare, ma tralasciando le questioni di voto questo è un film superlativo con dei personaggi dipinti in modo perfetto...
più che Jackie Brown lo paragonerei a "le iene" , per me le iene e questo stanno sullo stesso livello di quasi-perfezione...
se dovessi scegliere quale rivedere penso che rivedrei le iene comunque