28 marzo 2007

Questa è la mia vita (J.L. Godard, 1962)

Questa è la mia vita (Vivre sa vie)
di Jean-Luc Godard – Francia 1962
con Anna Karina, Saddy Rebbot
**1/2

Visto in DVD.

Il film racconta in dodici quadri, introdotti da titoli multipli come quelli dei libri di una volta, alcuni episodi della vita di Nanà (una bellissima Anna Karina con un'acconciatura alla Louise Brooks): commessa in un negozio di dischi e perennemente in ristrettezze economiche, abbandona il suo uomo e sogna di fare del teatro o del cinema. A un certo punto comincia, un po' per caso e un po' per necessità, a prostituirsi. Trova un protettore, poi forse un amante, e infine va incontro al proprio destino in un finale improvviso e tragico. Sotto i riflettori di Godard c'è la "vita", in tutti i sensi: da quella di Nanà, vissuta con innocenza e curiosità, a quella delle prostitute (l'argomento era stato suggerito al regista dalla lettura di un'inchiesta giornalistica), non a caso dette "ragazze di vita". La vita è oggetto di discussioni filosofiche, come quella intavolata da Nanà con uno sconosciuto in un bar. Ed è anche arte e bellezza, come suggeriscono il brano di Edgar Allan Poe che viene letto da un personaggio o le immagini de "La passione di Giovanna d'Arco" di Dreyer che Nanà va a vedere al cinema. La regia è notevole e molto curata, sperimentale ma al tempo stessa coerente e consapevole, con piani sequenza, insoliti movimenti di macchina, prolungati primissimi piani del volto della protagonista e personaggi ripresi da dietro la nuca. Godard stesso si stupì del fatto che il film sembrasse "il più composto fra tutti quelli che ho fatto, mentre non lo era per niente. Ho preso il materiale grezzo, dei rulli perfettamente avvolti che ho sistemato l'uno accanto all'altro, e questo materiale si è organizzato" da solo.

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