10 gennaio 2007

Il grande capo (L. von Trier, 2006)

Il grande capo (Direktøren for det hele)
di Lars von Trier – Danimarca 2006
con Jens Albinus, Peter Gantzler
**1/2

Visto al cinema Apollo, con Marisa.

Invece di sfornare il terzo capitolo della trilogia americana (dopo "Dogville" e "Manderlay"), von Trier sorprende tutti con una commedia, un genere che a prima vista non sembrerebbe adatto a lui. Eppure si ride: l'umorismo è di quel tipo freddo e nordico che già faceva capolino qua e là in altri suoi lavori, come in "The Kingdom" (l'imprenditore islandese che insulta continuamente i danesi non può non ricordare il medico svedese di quella serie televisiva). La trama? Un attore di teatro fallito viene assoldato dal proprietario di un'azienda di informatica per impersonare il presidente della società. Costui, infatti, non esiste: il proprietario ha sempre finto di essere il vicepresidente per poter scaricare la responsabilità delle decisioni impopolari su qualcun altro. Ma adesso c'è bisogno della presenza del "grande capo" in persona per concludere la vendita della società. Man mano che la situazione si fa sempre più delicata, l'attore deve far ricorso a tutte le proprie capacità di improvvisazione. Von Trier ironizza su ogni cosa: il mondo degli affari, i rapporti interpersonali, il teatro d'avanguardia, i classici (Ibsen e Strindberg) e persino se stesso. Un personaggio, a un certo punto, afferma "La vita è come un film Dogma"! Curioso, divertente, imprevedibile.

Nota: von Trier afferma di aver sperimentato, con questo film, un sistema chiamato Automavision (che nei credits figura come "direttore della fotografia"). Si tratta di un computer che aziona autonomamente la macchina da presa dopo che il regista o l'operatore hanno stabilito l'inquadratura di partenza. Questo spiegherebbe i movimenti meccanici e le inquadrature bizzarre, che spesso appaiono poco centrate o tagliano via parte dei volti dei personaggi... sarà la solita provocazione per prendere in giro gli spettatori creduloni?

6 commenti:

Torakiki ha detto...

Un regista che, personalmente, sopporto poco, anche se questo film mi incuriosisce... sempre che in mezzo non ci abbia messo troppo di suo...

Christian ha detto...

Invece a me piace molto... ti dirò di più: per me è uno dei tre "grandi" degli anni novanta (gli altri due sono naturalmente Tarantino e Kitano), quelli che nel bene e nel male hanno portato qualcosa di nuovo, avuto più influenza e hanno cambiato il modo (almeno il mio) di vedere il cinema.

Anonimo ha detto...

"sarà la solita provocazione per prendere in giro gli spettatori creduloni?" possiamo affermare "lo giuro"...

marco c. ha detto...

film divertente. si ride, però un po' lunghetto. andava tagliata la parte della gita e accorciata la trattativa sulla vendita. convincente l'attore islandese, accreditato come Thor Qualcosason nei titoli di coda. Il breve intermezzo ambientato nel cinema è legato a Tarkovskij: se si ascolta bene si sentono dialoghi in russo. Secondo me è Solaris. Attendo riscontri...

marco c. ha detto...

trovati:

http://www.direktorenfordethele.dk/press/direktoeren_presseb_engelsk.pdf

è dallo Specchio. ma la voce era inconfondibile.

Christian ha detto...

"The film that we see them watching is Mirror by Tarkovsky. That is one of my absolute favourites, by the way. I think I have seen it twenty times." (Lars von Trier)