11 novembre 2006

Babel (Alejandro G. Iñárritu, 2006)

Babel (id.)
di Alejandro González Iñárritu – USA/Messico 2006
con Brad Pitt, Cate Blanchett
**1/2

Visto al cinema Excelsior, con Saveria.

Dopo "Amores perros" e "21 grammi", Iñárritu e il suo sceneggiatore Guillermo Arriaga presentano un'altra storia corale, brulicante di vita e di violenza, che ha vinto il premio per la miglior regia a Cannes. Questa volta, come indicato sin dal titolo, l'argomento è la babele linguistica: e non solo perché i personaggi provengono un po' da tutto il pianeta (le storie narrate nel film si svolgono in Marocco, in Giappone, in Messico e negli USA), ma perché il tema principale è quello della comunicazione e dell'incomprensione fra culture, società e condizioni diverse. Per fortuna l'edizione italiana ha mantenuto i sottotitoli (soltanto l'inglese è stato doppiato), anche perché sarebbe stato impossibile farne a meno nelle scene con i personaggi sordomuti. Un cast insolito e variegato (oltre agli hollywoodiani Pitt e Blanchett, sul cartellone figurano i nomi di Gael García Bernal e Koji Yakusho, ma i ruoli più delicati e importanti sono interpretati da attrici meno note, Adriana Barraza, già vista in "Amores perros" dove era la madre di Bernal, e Rinko Kikuchi) è al centro di vicende drammatiche legate fra loro da fili conduttori esili e forse un po' pretestuosi. L'aspetto più interessante è il sonoro: Le musiche, le canzoni, i suoni e i rumori sono amplificati al massimo e svolgono un ruolo chiave nell'esposizione formale della vicenda, coinvolgendo l'udito dello spettatore come raramente capita: dai colpi di fucile che risuonano contro le pietre nel deserto marocchino all'allegria festosa del matrimonio messicano, dal frastuono della discoteca giapponese al silenzio assordante nel quale vive Chieko. La prima parte mi è parsa davvero folgorante, ricca e profonda: nella seconda alcune storie si dilungano forse troppo e al momento di tirare le fila mi aspettavo qualcosa di più. Inoltre mi ha dato un po' fastidio il comportamento insensato di alcuni personaggi, soprattutto nell'episodio messicano, un difetto che – molto più amplificato – mi aveva fatto detestare un film per molti versi paragonabile a questo, "Crash" di Paul Haggis, che comunque il talento visivo e registico di Iñárritu se lo sognava.

4 commenti:

Unknown ha detto...

Nomination all'oscar x Babel e Il Labirinto del Fauno...L'elenco completo sul mio blog. Ciao Tomobiki

Unknown ha detto...

errata corigge qui si parlava di Golden Globe, bè l'ha spuntata Babel cmq perciò un meritatissimo riconoscimento (x quel che valgono i Golden Globe)

Christian ha detto...

Aggiornamento per le nomination agli Oscar:

Babel ha conquistato ben 7 candidature (forse fin troppe, secondo me): miglior film, regia, attrice non protagonista (x2), sceneggiatura, montaggio, colonna sonora.
Sono particolarmente contento di veder candidate sia Adriana Barraza che Rinko Kikuchi, le cui interpretazioni avevo appunto sottolineato nel mio post.

Christian ha detto...

Aggiornamento Oscar:

delusione per Babel, che ha vinto soltanto la statuetta per la miglior colonna sonora. Francamente io gliel'avrei data per gli effetti sonori. Comunque, giusto così: è un buon film, ma non era all'altezza dei concorrenti (Scorsese e Eastwood).