12 agosto 2006

Una meravigliosa domenica (A. Kurosawa, 1947)

Una meravigliosa domenica (Subarashiki nichiyobi)
di Akira Kurosawa – Giappone 1947
con Isao Numazaki, Chieko Nakakita
***

Visto in DVD alla Fogona, in originale con sottotitoli.

Nel Giappone del dopoguerra, in piena ricostruzione dopo la sconfitta, una coppia di fidanzati senza grandi risorse economiche trascorre la domenica in città con soli trentacinque yen in tasca, fra piccoli divertimenti e delusioni. Lei, nonostante il momento difficile, è ottimista e sognatrice. Lui, invece, è più orgoglioso e pragmatico e sembra aver smarrito la voglia di lottare che aveva prima della guerra. Un film che appartiene al filone neorealista di Kurosawa, simile per molti versi alle pellicole che contemporaneamente De Sica e compagni giravano in Italia. Nel finale, però, il tono della storia diventa fiabesco e surreale con la scena nell'auditorium all'aperto, dove i due innamorati immaginano di mettere in scena un concerto di musica classica e dal palco coperto di foglie e spazzato dal vento si levano magicamente le note dell'"Incompiuta" di Schubert. E si giunge addirittura a "rompere il quarto muro" quando lei si rivolge direttamente agli spettatori, invitandoli ad applaudire il compagno per trasmettere sostegno e fiducia a tutte le coppie povere che cercano di mantenere in vita i propri sogni in un mondo e in un'epoca così duri e spietati ("Aiutateci a dipingere un sogno!"). Piccoli momenti magici in un film per altri versi ancora un po' grezzo, ma che riesce tuttavia a rivelare già tutte le qualità di un futuro maestro del cinema.

11 commenti:

Larry ha detto...

Ho appena cominciato a vedere i primissimi fil di kurosawa e, mi spiace dirlo, generelamnete non mi piacciono, questo però è splendido. innumerevoli sono i pregi;la scena nel cabaret girata in maniera modernissima , e appunto quando lei alla fine si rivolge al pubblico....beh splendido. è diventato uno dei miei prefetiti

Christian ha detto...

Quali film hai già visto? Lavori semi-propagandistici come "Lo spirito più elevato" non sono piaciuti troppo nemmeno a me, anche se la mano del regista (seppure alle prime armi) si vede già. Tieni presente che solo dal dopoguerra Kurosawa ha avuto finalmente la libertà di girare come voleva lui. Cose come "Cane randagio" e "L'angelo ubriaco", invece, sono già ottime, a dir poco.
Questo film, sono d'accordo, è molto carino e in certe cose innovativo, e anticipa la commistione di (neo)realismo e surreale-fantastico che si vedrà spesso in futuro (da "Rashomon" a "Sogni").
Ciao!

Martin ha detto...

Rispetto a questo, un po' troppo propenso al melodramma, ho preferito Non Rimpiango la mia Giovinezza. Comunque sia il primo Kurosawa, tra cui i 2 bei film che giustamente citi, raggiunge livelli già d'eccellenza.
Anche il successivo Scandalo ha il suo tocco inconfondibile, Rashomon poi è storia del cinema...

Christian ha detto...

"Non rimpiango la mia giovinezza" è bellissimo, forse appunto il primo film che Kurosawa ha potuto girare in libertà.

Larry ha detto...

ho visto proprio lo spirito più elevato (pessimo film con qualche buona idea di regia), non rimpiango la mia giovinezza (film che a fronte di un incipit splendido annoia a morte, ed è iperpropogandistico secondo me, solo che la censura era statunitense e non più nipponica) epoi da l'angelo ubriaco in poi, ma quelli sono tutti di un altro livello.

Larry ha detto...

a essere sincero poi neppure scandalo mi ha entusiasmato; per carità la parte del processo è da antologia ma tutta la prima metà... L'angelo ubrico invece è il primo vero e proprio capolavoro e li non ci si scappa

Larry ha detto...

adesso comunque sto recuperando anche gli uomini che mettono il piede sulla coda della tigre che mi intriga parecchio

Christian ha detto...

Su "Scandalo" anch'io non sono così entusiasta, ma "Non rimpiango..." mi è proprio piaciuto, soprattutto la seconda parte con l'elogio del lavoro nelle risaie e della determinazione della protagonista, che non si ferma nemmeno davanti al boicottaggio degli altri contadini... E poi Setsuko Hara, in quel film, è superlativa! "Gli uomini che mettono il piede sulla coda della tigre", invece, è poco più che una curiosità.

Martin ha detto...

Ci avrei scommesso che Scandalo non ti piacesse, a tratti sembra la versione giapponese di un film di Capra, notoriamente non uno dei tuoi cineasti preferiti.

Larry ha detto...

ecco il paragone con capra...che comunque ammetto, lo conosco molto poco, mi veniva da farla più con una meravigliosa domenica. ma quindi gli uomini sulla coda non è questo granchè?

Martin ha detto...

Diciamo Larry che lo si vede solo perchè è diretto dal Maestro, altrimenti se ne farebbe molto volentieri a meno.