19 agosto 2006

Superman returns (B. Singer, 2006)

Superman returns (id.)
di Bryan Singer – USA 2006
con Brandon Routh, Kevin Spacey
*1/2

Visto al cinema Colosseo, con Albertino, Ghirmawi e altra gente.

Tutto si può dire di Bryan Singer, tranne che sia un iconoclasta. Per il ritorno di Superman sul grande schermo non solo ha rifiutato di fare tabula rasa delle precedenti pellicole dedicate all'Uomo d'Acciaio ma ha scelto di ripartire proprio da esse, come testimonia il tema della colonna sonora, esattamente lo stesso di quasi trent'anni fa. Dal vecchio film di Donner provengono anche gli spezzoni "riciclati" con Marlon Brando, mentre dalle copertine di celebri albi degli anni trenta e degli anni quaranta arrivano celebri immagini ricreate in studio (altre pose, invece, ricordano in maniera impressionante i disegni iperrealisti di Alex Ross). E così, anziché rinarrare le origini del personaggio (alle quali dedica una sola scena, peraltro completamente inutile e fuori posto nello schema del film), il regista e gli sceneggiatori "fingono" che dalle ultime apparizioni dei personaggi siano passati cinque anni, nel corso dei quali Superman è letteralmente stato assente dal pianeta Terra, impegnato in un lungo e vano viaggio nello spazio alla ricerca dei resti del suo pianeta natale, Krypton. Nel frattempo Lex Luthor è uscito di prigione, Lois Lane ha messo su famiglia e il resto del mondo ha raggiunto uno strano stadio tecnologico in cui telefonini e internet convivono con palazzi e automobili di cinquant'anni fa. Peccato però che la trama principale del film risulti confusa e contraddittoria (mi riferisco a tutta la storia dei cristalli, dell'isola che sorge dalle acque, della kryptonite i cui effetti sembrano poco coerenti), un difetto che la pellicola ha in comune con il primo "X-Men" di Singer. Spacey è un ottimo Luthor, la Bosworth è una Lois Lane poco credibile, mentre nel resto del cast brillano Parker Posey e (strano a dirsi) James Marsden. Poco di buono da dire invece su Routh, anche se Superman non è certo un personaggio che richieda un grande sforzo interpretativo. Nel complesso il film risulta pesante e farraginoso, e non dice veramente nulla di nuovo sull'Uomo d'Acciaio: anche i temi della paternità e della nostalgia delle proprie origini sono appena accennati e sacrificati in favore di una sottotrama da soap opera che francamente lascia il tempo che trova.

10 commenti:

Valia ha detto...

ciao ^_________^

bentornato!

ho visto di recente l'ombra del vampiro e ora non vedo l'ora di vedere Nosferatu *___*

a presto V

innuendo ha detto...

non amo particolarmente superman (ho sempre preferito batman, più umano e contrastato)....
credo che tutti i supereroi vivano una contraddizione (o ipocrisia) di fondo: combattono per la verità, ma sono i primi a nasconderla (omettendo la loro vera identità, anche se nel caso di Superman-insegna Bill/Tarantino-in realtà è Clark Kent il vero travestimento)
ad ogni modo dopo la tua recensione non mi farò venire i sensi di colpa per aver rinunciato stasera all'anteprima del film dalle mie parti!....il signor kent può attendere!

ernesto ha detto...

--- per innuendo ---

La tua mi sembra una questione di pura lana caprina. Da una parte non ho mai sentito che i supereroi combattano "per la verità". Solitamente si dice che si battono per la giustizia.

Ma se anche fosse vero che la verità rientra nel campo delle cose per cui si devono battere, dire che per questo non dovrebbero celare la propria identità (che è una pura misura di sicurezza), è come dire che non ci si può battere per la libertà e contemporaneamente approvare l'esistenza delle carceri. :-)

Unknown ha detto...

contrario per principio ai remake di cui non si sente necessariamente l'esigenza non sono ancora in grado di esprimermi sul film di Bryan Singer, ma spero che almeno si possa leggere, anche sotto le righe, un chiave di lettura personale del regista. Si?No? Mmh...Che dite li spendo 7 euro di biglietto?

innuendo ha detto...

hai ragione, combattono per la giustizia...però di solito verità e giustizia si associano, no? (giustizia nel senso "incono i buoni" non di vendetta!)

credo tu mi abbia frainteso: non ho scritto che non devono nascondere la loro identità (altrimenti che supereroi sono!?!?), ma che lo fanno
forse mi sono espressa male

come hai ben detto: questione di lana caprina, solo qualcosa di cui parlare (restando sul leggero, niente carceri!)

Christian ha detto...

a suonatoredicorno: personalmente una "chiave di lettura personale" di Singer non ce l'ho vista se non, appunto, nostalgia e fedeltà nei confronti dei film con Christopher Reeve. L'impressione è che in fondo si tratti di un puro e semplice popcorn-movie. Fatto bene, certo, ma non all'altezza dei suoi X-Men o di "Batman Begins". Valuta tu se è sufficiente per spendere 7 euro (io direi di no).

a innuendo: effettivamente Superman può sembrare a prima vista un personaggio meno interessante di Batman o di altri supereroi (è lo stesso discorso di Topolino: tutti gli preferiscono Paperino). Ma in realtà, nelle mani di un bravo scrittore, potrebbe offrire spunti molto interessanti. Basti pensare alle storie di Alan Moore, se le hai lette: non solo quelle del Superman vero e proprio, ma anche quelle di Supreme o di Tom Strong. Ti dirò, io trovo Superman potenzialmente molto più "umano" e "contrastato" di Batman, che invece a volte sembra davvero disumano. Eppure l'immagine della potenza e della perfezione di Superman lo frega: è troppo invulnerabile, troppo invincibile, e non a caso ci si deve sempre inventare una qualche kriptonite per rendere interessanti le sue vicende. Il problema è che questo film non offre né aria fresca né un differente punto di vista sui vecchi temi. A questo punto sarebbe stato forse meglio ripartire dalle origini del personaggio, come nel Batman di Nolan.
Per quanto riguarda la questione dell'identità segreta, infine, è effettivamente uno dei topos del genere (anche se non tutti i supereroi si mascherano, vedi per esempio i Fantastici Quattro). Non la vedo come una contraddizione o come un lato negativo: oltre a costituire un ottimo espediente narrativo, fa parte del loro essere contemporaneamente "dalla parte del bene" e "fuori dal sistema"... come Zorro o Robin Hood!

innuendo ha detto...

grazie per le tue parole, efettivamente conosco Superman solo grazie al cinema e alla tv (di Batman invece ho letto qualcosa, ma molto tempo fa!)...
per quanto riguarda la questione identità segreta, sono d'accordo con te, non avresto potuto spiegarti meglio!

Anonimo ha detto...

Fondamentalmente Superman è un immigrato clandestino sul nostro pianeta e non mi sembra che in nessuna storia abbia mai fatto niente per regolarizzarsi.
Ha solo beneficiato della fragilità famigliare dei Kent, c he tralaltro hanno infranto la legge accogliendolo di nascosto e presentandolo come un figlio, e probabilmente solo per compensare questa infrazione originaria ha salvato qualche volte il mondo (in realtà non possiamo essere certi che Luthor sarebbe realmente stato il peggio per tutti noi; intanto è un uomo come noi!).
Inoltre ha sfruttato il suo potere di nascita per conquistare una donna bella e brillante e sensibile...al potere anzi al superpotere!

N.B.
non sarà un caso che la Keyptonite sia verde come il colore che Bossi, o chi per lui, ha scelto per identificare la lega che da sempre si batte contro l'irregolarità dei clandestini che Superman incarna.

innuendo ha detto...

ommiddio...

Unknown ha detto...

criptonite verde come il verde di Bossi?
Ma sei fuori?