4 aprile 2006

Unknown pleasures (Jia Zhangke, 2002)

Unknown Pleasures (Ren xiao yao)
di Jia Zhangke – Cina 2002
con Zhao Wei Wei, Wu Qiong, Zhao Tao
**1/2

Visto in TV, su Fuori Orario, in originale con sottotitoli.

Due ragazzi vivono in una città di provincia nel nord della Cina: uno si innamora di una ballerina, l'altro medita di lasciare il lavoro per arruolarsi nell'esercito. Di Jia avevo già visto "Xiao Wu" (il suo film d'esordio, che con il successivo "Platform" e questo forma un'ideale trilogia) e "The World" (finora quello che mi è piaciuto di più). Mi sembra uno dei più interessanti di quel gruppo di registi cinesi dediti al "neorealismo sociale", come Zhang Yuan ("Diciassette anni") e Wang Xiaoshuai ("Le biciclette di Pechino"), che cercano di raccontare la trasformazione e le contraddizioni della Cina moderna, il passaggio dalla campagna alla città, l'industrializzazione, i problemi e le aspirazioni dei giovani alle prese con l'amore o il lavoro, la nuova ricchezza e/o la criminalità, l'apertura al mondo occidentale (qui illustrata dall'annuncio dell'assegnazione delle olimpiadi 2008 a Pechino, dai commenti sul WTO e da un'inaspettata citazione da "Pulp Fiction"). Nulla a che vedere con il manierismo di Zhang Yimou, che infatti quando ha cercato di fare le stesse cose si è mantenuto su un registro caricaturale ("Keep cool", "La locanda della felicità") oppure "iraniano" ("Non uno di meno"). Il film di Jia, invece, è quasi "senza stile", con un montaggio invisibile e attori raramente ripresi in primo piano. Film del genere hanno poca trama, perché ciò che conta è l'ambientazione. Sono quasi documentari. Per gran parte della visione, a dire il vero, la mia mente vagava pensando ad altre cose: di solito questo indica che il film non mi sta piacendo o mi sta annoiando. Però alla fine mi è rimasta la sensazione di essere stato per due ore lì, insieme ai personaggi, e di aver conosciuto la Cina "mainland" molto più che guardando i film di Zhang Yimou o di Chen Kaige.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Solo un paio di precisazioni.
Usi la parola iraniano come se fossero stati gli iraniani a inventare quel tipo di cinema.
Stiamo invece parlando di un certo tipo di minimalismo neorealista che, tra gli altri, era in voga già sessant'anni fa in Italia.
Mi pare poi eccessivo scambiare il sublime stile di Zhang Yimou con del negativo manierismo, manco fosse un Baz Luhrmann qualsiasi!
Si, in effetti i suoi wu xia pian di maniera un pochino lo sono.
Ma per il resto direi che la sua sensibilità ed espressività producano delle vette stilistiche ragguardevoli.
Vedi ad esempio il bellissimo "La strada verso casa".

Christian ha detto...

Ho scritto "iraniano" perché negli ultimi anni sono stati soprattutto loro a fare quel tipo di film. "Non uno di meno" mi sembra più simile al cinema iraniano che a quello italiano del dopoguerra.
Per quanto riguarda il manierismo di Zhang Yimou, non era inteso in termini assolutamente negativi (ci sono anche registi "manieristici" che mi piacciono). Ma confrontando i suoi film con quelli di Jia e colleghi, non si può negare che lo stile sia più (a volte troppo) ricercato. Magari è anche inevitabile, visto che si tratta di un regista più sgamato, con più tecnica ed esperienza, che quando lavora pensa anche al mercato estero e ai festival.

Faglie ha detto...

dovrei venire al cinema con te

Faglie ha detto...

non ricambiare le mie visite,
non ti leggo perche tu mi legga
ma solo perchè mi fo una cultura

Christian ha detto...

Ciao Mela, grazie per i commenti! Ho visitato il tuo blog perché mi faceva piacere.
Io al cinema ci vado spesso (come hai visto!). Se sei di Milano o vicino, qualche volta possiamo organizzarci.

Anonimo ha detto...

ma mi faccia il piacere.....!
se uno non vuole essere letto al posto di perdere tempo con un blog prende carta e penna e si scrive un diario che poi chiude a doppia mandata con un lukkettazzo che manco quelli di oecean's eleven...
eccheccazzz....

Faglie ha detto...

anonimo non hai capito una ceppa...
del resto usi le k !
Cri cacchio sono vicino Roma
sob

Anonimo ha detto...

Sei un mito Mela e io un inguaribile rompiballe!
Chiedo perdono. Ma non mi rimangio le k.
A presto.

ex-anonimo ora Dottor K
calzebucate@yahoo.it