6 aprile 2006

Truman Capote (Bennett Miller, 2005)

Truman Capote – A sangue freddo (Capote)
di Bennett Miller – USA 2005
con Philip Seymour Hoffman, Catherine Keener
**

Visto al cinema Eliseo.

È praticamente il making of del celebre romanzo-inchiesta "A sangue freddo" scritto nel 1966 da Capote sul massacro di un'intera famiglia in un angolo remoto del Kansas da parte di due rapinatori. Il film segue le ricerche dello scrittore per documentarsi sull'argomento e il suo rapporto di amore/amicizia con uno dei due assassini. Da come ne avevo sentito parlare e ne avevo letto, mi aspettavo francamente di più: mi è sembrato un film freddo e impalpabile, troppo asciutto per riuscire a coinvolgere, decisamente inferiore a “Infamous”, pellicola sullo stesso argomento che uscirà l'anno successivo. Qui la sceneggiatura non approfondisce nessun personaggio, e l'unico che alla fine rimane impresso, Capote appunto, lo deve soprattutto alla recitazione del bravissimo Philip Seymour Hoffman (Oscar meritato per lui, che avevo già apprezzato in "Magnolia" e "La venticinquesima ora"). Ma a parte il protagonista (e la potenza della storia), il film è cinematograficamente è piuttosto povero: la regia e le immagini non mostrano quello che in teoria ci sarebbe nel testo, né la "convergenza" fra i due mondi, quello borghese e quello disagiato, né il rapporto fra Capote e il criminale, descritto in maniera superficiale con una serie interminabile e ripetuta di visite in carcere. Che lo sceneggiatore giochi a tirarsi indietro è evidente poi nella scena della lettura pubblica del libro da parte di Capote, dove ci viene fatto ascoltare il paragrafo introduttivo, una semplice descrizione ambientale, anziché i brani che parlano dei criminali, che poi il pubblico loda come "sconvolgenti".

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