28 aprile 2006

All about Lily Chou-Chou (S. Iwai, 2001)

All about Lily Chou-Chou (Riri Shushu no subete)
di Shunji Iwai – Giappone 2001
con Hayato Ichihara, Shugo Oshinari
***1/2

Visto in DVD, in originale con sottotitoli in inglese.

Di alcuni film a volte ci si innamora senza un motivo apparente. Ovviamente non parlo di quei capolavori che non si possono non amare, ma di opere misconosciute per le quali il colpo di fulmine scatta all'improvviso e magari a prescindere dai loro meriti puramente cinematografici. Si tratta di una passione intima e personale che spesso agli altri, anche agli amici più affiatati, può risultare inspiegabile e che può essere innescata da un piccolissimo dettaglio colto durante la visione: un'inquadratura ardita, uno sguardo in camera di un attore o, come in questo caso, una particolare colonna sonora.

Devo ancora vedere altri film di Iwai, ma mi sento di scommettere su questo regista: diamogli il tempo di vincere il primo premio a qualche festival e magari i suoi film verranno recuperati anche da noi, come è stato con Kitano e come sta accadendo adesso a Miike. La storia, complessa, caledoiscopica, sperimentale e sofferta, ruota attorno ai tormentati rapporti di un ragazzino con i suoi amici, i compagni di scuola, la durezza della vita e soprattutto la passione per una cantante, Lily Chou-Chou appunto, di cui è un grande fan e a proposito della quale chatta frequentemente in internet. Molte delle discussioni "virtuali" su Lily compaiono nel film senza che lo spettatore possa sapere chi sono i personaggi che si nascondono dietro i nickname, anche se qualcosa si riesce a intuire prima della rivelazione finale. Lo stile registico è strabiliante: Iwai usa tutti i metodi e tutte le tecniche disponibili (digitale, pellicola, home video, cartelli e sovrimpressioni) per comporre un vertiginoso mosaico di sensazioni. Molte storie si intrecciano, alcune leggere (le prime vacanze estive "da soli"), altre drammatiche (i riti adolescenziali di iniziazione), altre sordide (violenze, gelosie e prevaricazioni) ma sempre tratteggiate con poesia e delicatezza, attraverso personaggi tridimensionali e in continua evoluzione. Una pellicola affascinante che, come se non bastasse, è condita come dicevo da una colonna sonora fenomenale. Le canzoni di Lily Chou-Chou sono scritte da Takeshi Kobayashi e interpretate da Salyu, una cantante nipponica dalla voce impagabile e quasi esoterica: secondo i suoi fan, infatti, essa proviene dall'Etere, una sorta di mondo celestiale cui appartengono pochissimi spiriti eletti, fra i quali Mozart, John Lennon, Bjork e Shiina Ringo (!). Le mie tracce preferite del CD della colonna sonora sono "Ai no jikken", "Erotic" e "Glide". Una delle canzoni è stata usata anche da Tarantino in "Kill Bill, vol. 1", nella scena in cui Hattori Hanzo mostra le sue spade alla Sposa.

Nota: il film è stato concepito da Iwai dopo aver assistito a un concerto di Faye Wong a Hong Kong. Inizialmente aveva cominciato a scriverlo sotto forma di romanzo, poi lasciato incompiuto, e in seguito lo ha pubblicato su un sito web i cui utenti hanno contribuito allo sviluppo interattivo del progetto fino alla sua forma finale.

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